Melissa, in provincia di Crotone, è una delle aree della Calabria più vocate per la produzione vitivinicola. Il torrente Lipuda, che sfocia nello Jonio, separa il territorio di Melissa da quello del Cirotano, la più vasta area vinicola Doc della Calabria. Anche Melissa, però, avendo alle spalle tradizioni enologiche che si contano in secoli e secoli, può vantare una propria specifica Doc con apposito disciplinare riconosciuto dall’Unione Europea.
A Melissa una delle cantine che dispongono di un gran numero di ettari vitati, nonché di una spiccata propensione alla costruzione di mercati che guardano anche all’estero, è quella che fa capo a Mario Bruni. I Bruni coltivano vite e producono vino da generazioni. Fu proprio un avo dell’attuale Mario Bruni, l’omonimo Mario, così come è attestato dallo stesso disciplinare Doc depositato presso i competenti uffici Ue, che nel 1934 decise di far partecipare una bottiglia di Melissa, appositamente etichettata, alla terza Mostra nazionale dell’agricoltura di Firenze dove conquistò il primo diploma ufficiale di qualificazione con medaglia d’oro.
Mario Bruni crede sia nella forza dei vitigni autoctoni (Gaglioppo, Greco Bianco, Pecorello), ma anche in quella dei cosiddetti vitigni internazionali coltivati fra le suggestive colline di Melissa: Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah per i rossi; Chardonnay per i bianchi. I vitigni internazionali sono varietà di uve molto versatili e duttili che nel tempo si sono affermate in tutti i continenti, ma in ogni specifico luogo, come appunto le colline di Melissa o altre zone della Calabria, risentendo di particolari condizioni pedoclimatiche si esprimono in maniera diversa e specifica, non assimilabile ad altre “letture”. Ecco quindi che diverse bottiglie di prestigio delle Cantine Bruni sono realizzate proprio a base di blend di vitigni internazionali, talora con l’aggiunta di vitigni autoctoni: il San Giù è prodotto a base di Gaglioppo, Cabernet Sauvignon e Syrah; il Francesco II (che richiama gli amati padre e figlio) nasce dal matrimonio fra Merlot e Cabernet Sauvignon; il Survia da Cabernet Sauvignon e Syrah con grappoli soggetti ad appassimento naturale.
Ogni vitivinicoltore calabrese trova una propria strada nel valorizzare al massimo le risorse del territorio. Mario Bruni lo fa entrando in sintonia anche con i mercati internazionali, nella convinzione che la terra delle colline di Melissa e il clima meraviglioso che contraddistingue la Calabria siano ideali per far esprimere al meglio anche vitigni non autoctoni che in ogni angolo del pianeta danno vita a vini di assoluto pregio.
di Redazione Grand Terroir